“Il Durc rappresenta un cappio al collo di migliaia di piccole e medie imprese italiane che, per colpa di questo strumento, non riescono a operare e restare sul mercato. Il tema della legalità e della regolarità contributiva non c’entra. E’ sacrosanto che le aziende versino i contributi ai loro lavoratori e che lo Stato controlli attentamente che lo facciano. Il punto è un altro. Così com’è il Durc obbliga le aziende a produrre il certificato di regolarità contributiva troppo frequentemente. Ma per ottenere il Durc ci vuole tempo e spesso la certificazione arriva fuori tempo massimo, con la conseguenza che senza il Durc le aziende che lavorano con la Pa non possono incassare le fatture. Un girone infernale che spesso impedisce a tante Pmi di restare sul mercato o di avere la necessaria liquidità per pagare stipendi e contributi delle mensilità successive. Serve una riforma organica del Durc. Come Feoli proponiamo la presentazione semestrale della certificazione di regolarità contributiva. Inoltre, il blocco della fatturazione dovrebbe partire dal semestre successivo, così da non penalizzare le aziende in regola e dar modo a quelle con irregolarità di versare il dovuto. Auspichiamo che il governo ci ascolterà e sarà al nostro fianco in questa battaglia di civiltà”.
Lo dichiara in una nota Enrico Folgori, presidente di FEOLI (Federazione Europea Operatori Logistica Integrata) e Chief Strategy e Market Intelligence Office di SIC Europe, società leader della logistica integrata, dei trasporti e del facility management.