“L’aggressione della Russia all’Ucraina ha avuto effetti devastanti per l’economia italiana, quella che più di tutte, insieme alla Germania, sta pagando il prezzo già alto per le sanzioni imposte a Putin. Ma l’aumento dei prezzi, l’inflazione, il caro carburanti e l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia stanno producendo danno enormi a ogni settore dell’economia nazionale e rischiano di produrre danni ancora peggiori in autunno. Il ricorso alla cassa integrazione negli ultimi mesi è aumentato del 45%. È un dato allarmante”.
Ad affermarlo in una nota è Enrico Folgori, presidente di FEOLI (Federazione Europea Operatori Logistica Integrata) e Chief Strategy e Market Intelligence Office di SIC Europe, società leader della logistica integrata, dei trasporti e del facility management.
“Il nuovo governo – sottolinea Folgori – ha poco tempo per mettere in campo i provvedimenti necessari a scongiurare un autunno drammatico per famiglie imprese. Come Federazione vogliamo essere propositivi e invitiamo il nuovo governo a valutare l’ipotesi di istituire una Cig Ucraina straordinaria, sulla falsariga della Cassa Covid. Ciò contribuirebbe a venire incontro a quelle imprese che, a causa del caro carburante e degli altissimi costi dei prezzi dell’energia, non riescono più a stare sul mercato“.
Con questi aumenti, spiega, “molte aziende si trovano davanti a una scelta: aumentare i prezzi per compensare l’aumento dei costi di produzione (in particolar modo di quelle energetici) contribuendo a creare inflazione e rischiano di non vendere la propria merce perché antieconomica, o diminuire la produzione per compensare i maggiori costi da sostenere. In entrambi i casi ci saranno conseguenze sui livelli occupazionali e anche sul settore della distribuzione, del trasporto e della logistica. Per questo serve un intervento straordinario che consenta alle aziende e ai lavoratori di affrontare questa crisi con le minori perdite possibili. Serve una Cassa integrazione Ucraina“, conclude Folgori, che rilancia la necessità di interventi strutturali per abbassare le bollette energetiche e per tagliare il cuneo fiscale così da controbilanciare gli effetti inflazionistici, salvaguardando il potere d’acquisto delle famiglie e abbassando i costi del lavoro a carico delle imprese.