Accise carburanti, Logistica integrata: governo fa cassa su spalle italiani

Accise carburanti, Logistica integrata: governo fa cassa su spalle italiani Rincari devastanti, non convince uso extragettito per cuneo fiscale Milano, 19 ago. (askanews) – La Federazione europea degli operatori della logistica integrata, ritiene che la decisione del governo di non tagliare le accise sui carburanti sia “un modo di fare cassa sulle spalle degli italiani“. Nè convince la proposta del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di reinvestire l’extragettito per ridurre il cuneo fiscale, poiché ne andrebbero a beneficiare solo i bassi redditi con conseguente penalizzazione del ceto medio. “Il caro carburanti sta rovinando le vacanze a milioni di famiglie italiane. Come associazione di categoria siamo fortemente preoccupati per quanto sta accadendo. Il prezzo di diesel e benzina cresce progressivamente e non si arresta. Per quanto riguarda il prezzo medio a litro, l’Italia è il quarto Paese europeo: solo Paesi Bassi, Danimarca e Grecia hanno costi del carburante più elevati dei nostri“, scrive in una nota il presidente Enrico Folgori. “Il governo continua a non voler toccare le accise, nonostante sia noto a tutti che sul prezzo del carburante pesino in maniera determinante gli oneri fiscali applicati agli automobilisti – prosegue – Tanto per far capire di cosa stiamo parlando, nel solo mese di agosto, complici l’esodo estivo e l’aumento dei prezzi del carburante, lo Stato ha incassato due miliardi e mezzo di euro in più. Ecco il motivo per cui non si abbassano le accise: perché indirettamente sono un modo di fare cassa sulle spalle degli italiani”. “Non ci convince la proposta che arriva dal ministro delle Imprese di reinvestire questo extragettito per ridurre il cuneo fiscale, poiché si tratterà di una riduzione parziale, rivolta solo ai bassi redditi. Intento lodevole”, riconosce ma “siamo preoccupati perché si rischia di finanziare questa operazione con i soldi del ceto medio, di migliaia di cittadini cioè che vanno a fare il pieno di carburante per lavorare, accompagnare i figli a scuola, andare in vacanza”. Bocciato anche l’obbligo di esporre il prezzo medio visto che “a Roma, in alcuni distributori, il costo del carburante ha abbondantemente superato i due euro. In autostrada poi il prezzo di benzina e diesel è esorbitante. Ciò non colpisce solo le famiglie, ma anche centinaia di imprese di trasporto, che impiegano migliaia di lavoratori, che dovranno sostenere costi molto più alti per garantire il servizio”. “In Italia l’88% delle merci viaggia su strada prima di arrivare in negozi, supermercati, centri commerciali. Per non parlare del trasporto ultimo miglio, un servizio che garantisce il funzionamento di tutti gli acquisti on line – conclude – Il caro carburanti rischia di avere un impatto devastante. Il governo intervenga prima che sia troppo tardi”.